Le espressioni facciali dei cani rappresentano un mezzo di comunicazione di tipo emotivo, che se letti e interpretati correttamente, rivelano lo stato emotivo del cane in quel momento. Una vera e propria comunicazione emotiva. Questo studio ha indagato la correlazione tra emozioni ed espressioni facciali e del loro uso per il riconoscimento del dolore.

Espressioni facciali dei cani e emozioni

Le espressioni facciali sono movimenti e alterazioni espressive che danno forma ad una specifica emozione. Ed infatti questi movimenti sono l’effetto visibile di circuiti neurali situati nel sistema limbico, nell’ amigdala, corteccia motoria e nel complesso sistema di nervi, su tutti il nervo facciale.

Davanti ad uno stimolo ambientale o sociale viene attivata una risposta (comportamentale) che nasce dal sistema nervoso centrale mediante l’attivazione del sistema limbico (corteccia prefrontale, amigdala, regioni ventrale e dorsale del giro del cingolo, striato ventrale, nucleo dorsomediale del talamo). Questa rete neurale identifica le motivazioni, elabora le emozioni corrispondenti, mentre l’amigdala produce emozioni e espressioni facciali associate.

La comunicazione tra l’amigdala e le strutture del sistema limbico è mediata dalla secrezione di neurotrasmettitori come: dopamina, serotonina, ossitocina, noradrenalina, adrenalina.

Pertanto dietro ad ogni espressione facciale, posture, gesti c’è una complessa rete neurale che restituisce un determinato comportamento motorio specificatamente all’emozione provata. La comunicazione non verbale del cane è una comunicazione autentica, leale e genuina, proprio perchè generata da aree emotive del cervello, pertanto non può essere filtrata o alterata.

Neurobiologia delle espressioni facciali dei cani
Immagine dello studio: durante l’esposizione a una minaccia, il meccanismo neurale dell’amigdala reagisce alla secrezione di catecolamine come adrenalina e noradrenalina. Le catecolamine stimolano la corteccia motoria e le sue fibre efferenti per modificare un’espressione facciale. Movimenti come l’appiattimento laterale delle orecchie e il sollevamento delle palpebre superiori per avere un campo visivo più ampio sono caratteristici di un’espressione di paura

Interpretazione delle espressioni facciali

I cani presentano più di 20 movimenti facciali con i quali manifestano l’emozione sottostante. Diversi studi si sono focalizzati sul definire le emozioni fondamentali (felicità, rabbia, tristezza, paura, sorpresa e disgusto) attraverso le espressioni facciali e posture dei cani. Utilizzando stimoli sia positivi che negativi hanno scoperto che:

occhi spalancati, orecchie erette e sguardo fisso in avanti e bocca rilassata aperta erano espressioni in risposta a stimoli positivi;

Neurobiologia delle espressioni facciali dei cani: positiva
la nostra Kyra che esibisce un’espressione facciale positiva.

rughe sulla regione frontale tra le orecchie, testa leggermente inclinata, sopracciglia sollevate e bocca morbida chiusa o leggermente aperta sono espressioni facciali che indicano sorpresa/curiosità

Neurobiologia delle espressioni facciali dei cani: sorpresa
la nostra Kyra con espressione facciale di sorpresa
Neurobiologia delle espressioni facciali dei cani: aggressività

Le espressioni facciali rappresentano l’aggressività. La percezione di uno stimolo esterno avverso innesca una risposta neuroendocrina con un aumento dei livelli di catecolamine, insieme ad una diminuzione dei livelli circolanti di ossitocina, dopamina e serotonina. Quando questa emozione negativa viene riconosciuta nell’amigdala, le sue connessioni con la corteccia motoria e i muscoli facciali (attraverso il nervo facciale) provocano l’appiattimento delle orecchie, il sollevamento del labbro superiore per scoprire i denti, l’apertura delle narici, sclera bianca più visibile e vocalizzazioni come segno di minaccia.

Per quanto riguarda la “smorfia di dolore” è difficile valutarla. Ma possiamo suggerire dei campanelli d’allarme che poi il proprietario avrà cura di confermare con l’aiuto di un esperto. Posture basse, sguardo fisso e spento, immobilità, vocalizzi più o meno intensi, comportamenti improvvisamente aggressivi, isolamento, tensione dei muscoli facciali e in generale possono indicare stati di dolore. Nel dubbio è sempre meglio rivolgersi ad un esperto.

Ma c’è un problema: le espressioni facciali nelle diverse razze

Il cane è l’unica specie animale ad inglobare centinaie di razze tutte diverse, o estremamente diverse tra loro. Gli effetti di questa varietà in campo comunicativo sono cruciali. Prendiamo come esempio i brachicefali (razze di cani che hanno il cranio più largo che lungo, come i Bulldog, ma non solo, nda). Uno studio del 2021 ne ha esaminato la capacità comunicative, intese come mimiche e strutture muscolari e dai risultati emersi gli studiosi hanno concluso che i cani brachicefali hanno capacità mimiche ridotte e la morfologia delle strutture muscolari e del cranio può portare a interpretazioni errate quando comunicano con i loro simili e con gli esseri umani.

L’espressione neutra di un cane brachicefalo (occhi spalancati, sguardo fisso, corrugamento della canna nasale) può essere vista come un’espressione minacciosa per un altro cane.

Inoltre, un’espressione di pacificazione attiva o passiva (occhi stretti, pelle tirata indietro e liscia, nessun segno di rughe, sorriso sottomesso) o di minaccia difensiva (occhi stretti, labbra tirate indietro, angolo della bocca lungo e appuntito, scoperta di tutti i denti ) non è possibile per un cane brachicefalo per i motivi sopra indicati.

Infatti determinate razze hanno bisogno di una maggiore e corretta socializzazione per migliorare le competenze sociali.

Le conformità fisiche estremizzate (rughe eccessive, labbro pendulo, corrugamento frontale, coda corta…) di alcune razze ostacolano ed alterano la comunicazione tra cani. Non solo espressioni facciali, ma anche una coda corta, immobile, appiattita può alterare un’interazione tra cani

Il maltrattamento genetico non riguarda solo i brachicefali

Ogni razza è costituita da caratteristiche fisiche “codificate”. Ma quando queste caratteristiche diventano ipertrofiche (eccessivamente estreme al punto che perdono la loro utilità e diventano un danno per il cane, nda) si parla di maltrattamento genetico.

Questa pratica viene portata avanti per meri interessi commerciali. Cani eccessivamente piccoli (es. Chihuahua tea cup), occhi grandi “a palla”, rughe sulla faccia, pelo folto, forme innaturalmente infantili, sono caratteristiche che piacciono alle persone, in questo modo possono usare il cane come contenitore emotivo e giocare a fare i genitori, o a spupazzarsi il peluche vivente.

Un Chow Chow con gli occhi praticamente chiusi dal pelo. Può apparire buffo e bello, ma il cane è danneggiato da questo eccesso.
Le orecchie eccessivamente pendule di un Basset Hound ostacolano un corretta mimica facciale

Purtroppo si è totalmente indifferenti alle conseguenze che questi tratti hanno per il cane. Più il maltrattamento genetico si diffonde più le razze rischiano di essere rovinate in maniera irreversibile. E’ fondamentale quando si pensa ai cani, mettersi dal loro punto di vista, evitare becere “scorciatoie” come cagnari privati, cucciolifici, ecc. Se si vuole un cane di razza, nell’interesse di tutti, è sempre meglio rivolgersi ad un allevatore serio e professionista.

Il maltrattamento genetico è una nostra colpa, di tutti, che pagano, spesso a caro prezzo, i nostri amati cani. Pensiamoci.

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