cani a catena

Possiamo elaborare tutte le leggi che vogliamo, ma senza un cambio culturale non si farà mai strada. Nonostante le leggi, nonostante un miglioramento generale delle condizioni di vita dei cani, nonostante un accesso più semplificato alle conoscenze, si vedono ancora troppi cani buttati in giardino per ore a prescindere da condizioni emotive del diretto interessato, dalle condizioni ambientali o meteorologiche. “il giardino é bello” ; “ma vedi quanto spazio ha?” ; “ma lui é contento” ; “l’ho preso per fare la guardia”, ” io lavoro e se lo lascio dentro mi distrugge casa”… rappresentano, in modo verbale, quelle catene, gli schiaffi e le coercizioni tanto odiate, che imponiamo ai nostri cani come se fossero museruole e pettorine. Animali profondi e profondamente sociali, (tralasciando le varie amenità su capi, branchi, padroni, ecc,) mortificati in giardino, a chiedersi con il loro sguardo spento perché costretto all’isolamento dal suo gruppo, a gridare aiuto perché non riesce più a sostenere quella condizione con i suoi abbai continui e con l’elevata reattività ad ogni stimolo, a dover convivere nella sua disperazione con le loro stereotipie… Cani mortificati, che saranno gli unici colpevoli ad essere condannati quando morderanno, quando abbaieranno tutta la notte, quando distruggeranno il giardino, quando scapperanno…Fermiamoci un istante, un solo istante, e pensiamo,con l’etologica empatia che ci appartiene, al suo benessere e non alle nostre comodità. La felicità non può essere un vestitino imposto, ma un qualcosa da cogliere nei suoi occhi.

Pensieri da cani

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