Microbioma dei cani

Sempre più ricerche scientifiche stanno indagando sul ruolo del microbiota intestinale dei cani con i loro comportamenti e le loro prestazioni psico-fisiche (ne avevamo gia parlato qui) e di possibili relazioni con alcune patologie umane.

Negli esseri umani, la composizione del microbiota intestinale è stata collegata a condizioni psichiatriche, come depressione, ansia e autismo, nonché a disturbi neurodegenerativi, tra cui il Parkinson e il morbo di Alzheimer. In questo studio sono stati coinvolti 29 cani di famiglia (1 Bovaro del Bernese, 6 Border Collie, 2 Cairn Terrier, 1 Cane da ferma tedesco a pelo duro, 1 Labrador retriever, 12 meticci, 1 Guardiano Moscovita, 2 Vizsla, 3 Whippet) di età compresa tra i 3 e i 13 anni di cui 14 maschi e 15 femmine, i quali seguivano vari regimi alimentari (dal fresco alle crocchette).

cosa prevedeva lo studio

Ogni cane è stato sottoposto ad un semplice test di memoria a breve termine: veniva condotto in una stanza con 5 contenitori aperti, disposti a semicerchio, in uno di questi contenitori veniva posto un bocconcino, il tutto alla vista del cane, dopo di che quest’ultimo veniva portato fuori dalla stanza per 30 secondi e fatto rientrare per affrontare il test in completa autonomia (il cane doveva ricordare in quale dei contenitori era stato messo il bocconcino, il test è stato ripetuto per 5 volte in ordine casuale, per ogni cane.

Ad ogni tentativo ogni cane è riuscito a trovare il bocconcino, per la valutazione sono stati contati il numeri di tentativi fatti dal cane prima che ricordasse il contenitore giusto). Dopo ogni sessione è stato raccolto un campione di feci così da analizzare la componente del microbioma e metterla in relazione con l’età e la memoria a breve termine.

Per quanto riguarda le differenze legate all’età, studi scientifici precedenti hanno riscontrato una diminuzione della diversità del microbioma intestinale e l’abbondanza di lactobacilli con l’aumentare degli anni dell’individuo. In questo studio invece, che comprende diverse razze, si è osservato un significativo calo dei Fusobatteri con l’età, non descritto in precedenza in letteratura.

la salute passa dai batteri

In contrasto con il nostro risultato, i Fusobatteri hanno mostrato una prevalenza (la percentuale di campioni positivi) maggiore nelle persone centenarie rispetto agli anziani e ai giovani. In accordo con il possibile ruolo inverso dei Fusobatteri nell’invecchiamento dell’uomo e del cane, una percentuale maggiore di Fusobatteri è associata a un microbiota sano nei cani, mentre in umana è associata a disbiosi, a malattie intestinali infiammatorie, al cancro del colon-retto e all’appendicite acuta. I fusobatteri sono inoltre presenti in maggiore abbondanza nei campioni fecali dei cani non aggressivi e nei cani che non vivono confinati in casa senza possibilità di uscire.

Per quanto riguarda le prestazioni della memoria a breve termine: i cani con prestazioni inferiori (cioè quelle con più errori nella risoluzione del test) avevano relativamente più Actinobacteria nei loro campioni fecali. Questo risultato è in accordo con l’elevata abbondanza di alcuni Actinobacteria nei malati di Alzheimer.

Sopra: un ingrandimento dei Actinobacteria
Sotto: un ingrandimento dei Fusobatteri
Entrambi fanno parte dell’immensa popolazione che costituisce il microbioma intestinale dei cani

Solo recentemente si è acceso il faro degli studi scientifici sul microbiota dei cani e di come questo possa avere riverberi giganteschi su comportamento, umore, stato di salute, ecc. Studi fondamentali non solo per dare ulteriori risposte in ambito canino, ma perchè potrebbero fornire talte altre risposte in ambito umano, su patologie come autismo, alzheimer,ecc. Non resta che andare avanti su questa strada, ancora una volta, grazie ai cani.



Microbiota dei cani: correlazione tra età e memoria

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