microbioma e aggressività nei cani
microbioma e aggressività nei cani

Nonostante il legame tra cani e persone si sia consolidato nel corso dei secoli e nonostante i cani siano capaci di comunicare con le persone mostrando un adattamento di linguaggio e a vivere nello stesso ambiente, spesso si verificano episodi di aggressività diretta alle persone o agli altri cani. Il comportamento aggressivo che porta al morso oltre ad avere un costo emotivo molto elevato, comporta una serie di rischi per il cane aggressore: abbandoni, maltrattamenti, segregazioni in canile o nei casi peggiori eutanasia. Per non parlare dei danni sia fisici sia emotivi che subisce l’aggredito.

cosa innesca i comportamenti aggressivi?

Esistono vari tipi di aggressività, tuttavia le ultime ricerche si stanno focalizzando su tutti quei fattori precursori, infatti sono state identificate variabili individuali, esperenziali, oltre a fattori biologici tra cui genetica, sesso, livelli ormonali, stato del cane (sterilizzato o intero), nutrizione e salute neurologica.


In questo senso l’aggressività è associata a livelli elevati di cortisolo e livelli bassi di serotonina (è ormai acclarato che elevati livelli di cortisolo inducono una condizione di stress che può esitare in ansia e aggressività, molti cani etichettati come aggressivi non sono altro che ansiosi – e non dominanti! nda).

Questo recente studio, condotto su 31 pitbull ex combattenti (21 dei quali classificati come aggressivi e 10 no) ospitati in canile, mostra come il microbioma intestinale interagisca con la fisiologia degli animali, influenzandone il comportamento. Ad esempio, specifici ceppi di batteri migliorano la salute dell’ospite modulando ansia e glucocorticoidi, che sono ormoni dello stress, in quanto i batteri intestinali possono produrre sostanze neuro-attive come precursori dei neuro-trasmettitori che agiscono sull’asse intestino-cervello per influenzare il comportamento, infatti il microbioma intestinale produce triptofano che influenza i livelli della serotonina, la quale ha una relazione inversa con i comportamenti aggressivi.

alla scoperta di batteri, virus e funghi “contro” l’aggressività


Per determinare le possibili differenze nella composizione microbica intestinale sono stati confrontati i microbiomi delle feci: nei cani classificati come non aggressivi è stato riscontrato un maggior numero di proteobatteri e fusobatteri, mentre nei cani classificati come aggressivi è stata riscontrata un’abbondanza di batteri firmicutes e lactobacillus.
Altro aspetto interessante è che i batteri del genere Bacteroides sono elevati nei microbiomi intestinali dei cani non aggressivi e il loro studio è particolarmente importante in quanto una loro diminuzione può prevedere l’ insorgere del comportamento aggressivo.

forte correlazione tra alimentazione e comportamento

Come ogni nuova scoperta o nuovo studio anche questo si presta a delle considerazioni induttive molto interessanti, ovvero ci conferma ancora una volta che il comportamento, anche quello dei nostri cani, passa anche dall’alimentazione.

Quest’ultima troppo spesso è sminuita ma è un aspetto quasi critico nella gestione di un cane per cui bisogna sempre scegliere consapevolmente cosa mettere in ciotola, che sia cibo fresco (più vario e più salutare poichè mantiene inalterate le sostanze nutritive, oltre che essere più appagante. A patto che la dieta non sia improvvisata ma ci si affidi ad un nutrizionista) o industriale come umido o crocchette, per i quali l’importante è sapere come leggere le etichette per orientarsi su qualcosa di qualità alta.

Aggressivo? Dominante? No, insicuro

Altra considerazione importante che vogliamo condividere è che il cane incline a mostrare comportamenti aggressivi, frequenti e non contestualizzati, è in realtà un cane ansioso, in forte difficoltà, e assolutamente non dominante, (anche perchè la dominanza non è una caratteristica dell’individuo ma dell’interazione).


Un cane sicuro di sè ed assertivo sceglierà sempre la strada della comunicazione per affrontare un’interazione, piuttosto che esibire comportamenti aggressivi. Pertanto, se il nostro cane mostra comportamenti generalizzati di aggressività, piuttosto che inibirlo con coercizione o controllarlo, è bene cercare quale sia la motivazione emotiva che innesca tale comportamento non adattativo (ogni aggressione porta con sè dei rischi pertanto l’animale equilibrato, valuta scrupolosamente quale siano i contesti, quali i vantaggi e quali siano gli eventuali svantaggi per mostrare un comportamento aggressivo, se queste valutazioni non sono considerate dal cane vuol dire che sta rinunciando a comunicare e di conseguenza sta sollecitando sistemi organici di chiusura, reattività e allerta a discapito dei sistemi cognitivi e sociali).

Una delle cose più straordinarie dei cani è che sono essere incredibilmente complessi, non sminuiamoli con bizzarre e patetiche etichette.

Microbioma e aggressività nei cani

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