la vista dei cani

La vista dei cani è dotata di peculiarità che la rendono specializzata e funzionale per i predatori che sono. La struttura retinica dei loro occhi è costituita da due tipi di cellule specializzate: coni e bastoncelli.

I coni sono situati al centro della retina ed è grazie a queste cellule se i cani distinguono i colori e i dettagli del mondo circostante. Sono particolarmente funzionali dutante le ore di luce. I bastoncelli, invece, sono cellule periferiche della retina che si attivano particolarmente al buio, grazie al loro potere di amplificare notelvomente la luce, e sono molto sensibili anche al movimento.

I bastoncelli sono molto più numerosi rispetto ai coni (e sono il triplo rispetto ai nostri, nda), e questo consente alla vista del cane di essere sensibile molto di più ai movimenti (li percepiscono con un millesimo di secondo di vantaggio rispetto a noi) e grazie al tapetum lucidum vedere in maniera eccellente anche al buio o in condizione di luce scarsa.

Il tapetum lucidum è un struttura altamente cellulare che è compresa tra 9 e 20 strati densi al centro ed è ricco di zinco e cisteina. Il tapetum lucidum ha la capacità di raddoppiare la riflessione della luce all’interno dell’occhio, tuttavia questo processo può ridurre la capacità dell’occhio di cogliere precisamente i dettagli di un’immagine, ma per un cane non è grave.

La vista dei cani è a (pochi) colori

La vista dei cani è dicromatica, questo vuol dire che ci sono due classi di pigmenti: uno sensibile alla luce di lunghezza d’onda lunga/ media (555 nm sensibilità spettrale; rosso/ verde) e l’altro sensibile alla luce di lunghezza d’onda corta (429 nm di sensibilità spettrale; blu). La presenza di questi due sottotipi a cono discreto indica una visione dicromatica. In pratica i cani vedono due colori: il giallo e il blu e rispettive sfumature, mentre sono “ciechi” con il verde e il rosso.

dogs Paul E. Miller, DVM, and Christopher J. Murphy DVM, PhD

la loro vista è più veloce e completa della nostra

Inoltre l’occhio canino ha una frequenza di fusione di sfarfallamento (la velocità con la quale le cellule ricevono ed elaborano la luce dal mondo esterno restituendo immagini visibili, nda) più elevata della nostra: 70-80 Hz con i nostri 60 Hz. Un film in tv, ad esempio, non è altro che una serie di fotogrammi che si susseguono al secondo. Dato che la velocità dei fotogrammi è superiore alla nostra frequenza visiva, a noi appare come un flusso continuo di movimento, invece per i cani non sono altro che tanti fotogrammi che si susseguono, in maniera statica.

Ecco perchè è meglio accendergli della musica classica quando sono soli e non la TV. La musica andrà a sollecitare il canale uditivo e recenti studi sembrano confermare che sia in grado di attivare il sistema emotivo del prendersi cura, pertanto avrà un effetto rilassante maggiore rispetto alla tv che andrà a sollecitare di più il canale visivo creando attivazione/eccitazione.

La vista dei cani (immagine in basso) riconosce una misera gamma di colori rispetto alle persone (immagine in alto)

La vista ha un ruolo importante anche nella comunicazione. La sua peculiarità sul movimento le fa perdere efficienza nel cogliere i dettagli, tale perdita comincia ad una distanza inferiore ai 5-6 metri, e man mano che ci si avvicina all’obiettivo, si coglieranno meno dettagli e la vista dovrà essere integrata dal senso del fiuto e del tatto, grazie alle vibrisse.

I cani non sono in grado di mettere a fuoco ad una distanza inferiore a 50 cm dai loro occhi. Inoltre non «vedono» i dettagli, se disegniamo su un foglio due puntini vicini, i cani li fondono in un unico punto

La vista nella comunicazione canina

In una qualsiasi interazione, con cani, animali o persone, i segnali visivi sono i primi che vengono osservati e decifrati, a patto che il cane sia in grado di sfruttare con competenza la prossemica; come già detto ad una distanza inferiore di 5-6 metri la vista perde efficacia e di conseguenza il cane dovrà accorciare le distanze con possibile distacco del cognitivo a favore dell’impulsività. Un cane equilibrato comunicherà già a distanza, al contrario, cercherà subito l’incontro/scontro. I segnali visivi furono descritti per la prima volta da Schenkel nei lupi: marker facciali (orecchie, occhi, labbra, denti, naso, vibrisse, fronte), marker del corpo (collo, coda, posture, peli, rigidità muscolare, movimento).

Persino l’intensità di colore è un marker visivo: in caso di eccitazione o stress la colorazione del viso e del corpo si intensifica, questo perchè la produzione di melanina è associata alla produzione di dopamina pertanto una colorazione più intensa indica maggiore attivazione dell’asse dello stress.

Il cane è l’unico animale in natura ad essere cosi “caleidoscopico”, pertanto la vista risente molto della razza. Il loro campo visivo oscilla intorno ai 250°, molto più esteso rispetto ai nostri 180°. Ad esempio un Carlino, brachicefalo, avrà un campo visivo ed una sovrapposizione oculare più ridotti rispetto ad un Borzoi, dolicocefalo, che vanterà una migliore vista tridimensionale.

Il cane in tutti i (suoi) sensi: – LA VISTA –

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