Ivan Petrovic Pavlov era un medico ed etologo russo divenuto famoso in tutto il mondo grazie al suo famoso studio sui riflessi condizionati nei cani, studio che gli valse il premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1904.

In questo articolo ci occupiamo di un altro esperimento dell’etologo russo, forse meno famoso ma sicuramente più triste, ovvero l’esperimento del cerchio e dell’ellisse.

il terribile esperimento di Pavlov

A dei cani (che erano intrappolati in una imbracatura che non permetteva loro di muoversi, nda) venivano mostrate due immagini: un circonferenza perfetta ed un’ellisse. Ad ogni immagine era collegato un bottone da premere (bottone A per il cerchio; bottone B per l’ellisse, nda). Se davanti alle immagini il cane non rispondeva o lo faceva in maniera errata, veniva colpito con una scarica elettrica.

Dopo qualche ripetizione il cane aveva imparato ad associare la risposta giusta con la rispettiva immagine (riflesso condizionato, nda) evitando così la scarica elettrica. Man mano però l’esperimento era reso sempre più difficile, fino ad arrivare ad un punto in cui il cerchio e l’ellisse erano praticamente indistinguibili.

A quel punto il cane andava nella confusione più totale e dato che doveva comunque rispondere per evitare una scarica elettrica, si ebbero queste reazioni:

  • il cane rinunciava a dare qualsiasi risposta e si rassegnava a subire le dolorose scariche elettriche senza alcuna reazione (comportamento catatonico, nda);
  • il cane affanandosi tentava in ogni modo di rispondere giustamente pur di evitare le dolorose scariche elettriche (comportamento paranoico, nda);
  • il cane in preda al panico e alla confusione più totale, dava risposte a caso senza alcun tipo di valutazione (comportamento ebefrenico, nda).
impotenza appresa nei cani
I cani erano chiamati a distinguere un cerchio perfetto da un’ ellisse. Man mano l’esperimento si fece sempre più difficile, fino ad arrivare al punto che cerchio ed ellisse erano indistinguibili. A quel punto i cani mostrarono dei comportamenti schizofrenici e/o catatonici

E lo stesso Pavlov a descrivere i comportamenti dei cani:

Mentre prima era sempre stato tranquillo, il cane cominciò a guaire insistentemente e prese ad agitarsi, si strappò con i denti il dispositivo per la stimolazione meccanica della pelle, cercò anche di mordere attraverso i tubi che collegavano il locale in cui si trovava con quello dell’osservatore; un comportamento che non si era mai notato in precedenza. Quando lo si conduceva nel locale degli esperimenti, il cane ora abbaiava, violentemente; e anche questo in contrasto con quanto era solito fare prima. In breve, l’animale presentava chiari sintomi d’uno stato di neurosi acuta.

(fonte: Wikipedia)

dall’ellisse alle scariche elettriche di Seligman

Successivamente nel 1967 gli psicologi americani Martin Seligman considerato il padre della psicologia positiva, e Steven Maier, condussero degli esperimenti, presso l’università della Pennsylvania, riguardanti la depressione. Tali esperimenti furono condotti proprio sui cani.

Furono formati 3 gruppi di cani. Al primo gruppo fu fatta indossare un’imbracatura in modo da restare temporaneamente immobili e dalla quale non potersi sottrarre. Dopo aver fatto trascorrere un pò di tempo, i cani vennero rilasciati. I cani degli altri due gruppi invece, a loro insaputa, furono testati a coppie (un cane del gruppo 2 era associato ad un cane del gruppo 3 e furono esaminati contemporaneamente, nda). Questa volta i cani oltre ad essere “imprigionati” nell’imbracatura, subirono anche delle scariche elettriche.

Ad ogni coppia di cani venne somministrata una scarica elettrica, ma mentre il cane del gruppo 2 era in grado di spegnerla per mezzo di un bottone da premere col muso, il cane del gruppo 3 non aveva questa possibilità, pertanto subiva l’evento traumatico senza aver possibilità di azione. In questo modo i cani appartenenti al gruppo 3 furono indotti a pensare che le scariche fossero del tutto casuali e loro non potevano nulla per affrontarle, pertanto erano un evento inevitabile.

Successivamente gli stessi cani dei 3 gruppi furono sottoposti ad un altro test. Furono messi in una scatola con due scomparti, uno dei quali aveva il pavimento elettrificato, per salvarsi bisognava scavalcare una piccola barriera che divideva i due scomparti. Mentre i cani del gruppo 1 e del gruppo 2 non ebbero alcun problema a saltare dall’altra parte per evitare la scarica, quelli del gruppo 3 restarono fermi, rassegnati e passivi, subendo la scarica elettrica per tutta la sua durata.

impotenza appresa nei cani
Solo i cani dei gruppi 1 e 2 riuscirono ad oltrepassare la barriera e mettersi in salvo. I cani del gruppo 3 rimasero nella parte della scatola con scariche elettriche, mostrando così un comportamento rassegnato indice di impotenza appresa

Gli studiosi rimasero sconcertati da questo comportamento. I cani, pur avendo la possibilità di mettersi in salvo facilmente, non ebbero la minima reazione, erano convinti di non poter avere alcun ruolo in quello che stava succedendo. Quel comportamento di rispondere in maniera disadattiva ai vari cambiamenti dell’ambiente non era spiegabile con le teorie dell’apprendimento: nacque così la teoria dell’impotenza appresa.

L’individuo che subisce uno stress prodotto da un cambiamento ambientale che viene percepito come incontrollabile e imprevedibile, non avendo margine di azione, si sente disarmato, impotente e l’unica cosa che può fare è arrendersi sperando che quella condizione svanisca al più presto.

Tale condizione emotiva è prodotta o comunque favorita da:

  • maltrattamenti psico-fisici: punizioni, violenza, coercizione, inibizione deprivazione…
  • personalità del cane: pessimista, fragile, pauroso, insicuro…

In umana sono soprattutto donne e bambini (4-6 anni) ad essere colpiti da deficit da impotenza appresa. L’impotenza appresa è un segnale precursore della depressione.

cosa c’entrano questi esperimenti con i nostri cani?

Questi esperimenti fortunatamente appartengono al passato e non sarebbero più effettuabili, sebbene lo stesso Seligman rassicurò sulla breve durata e sulla debolezza delle scariche elettriche, che al massimo davano fastidio e non dolore. Inoltre, al termine dello studio, i cani furono aiutati a superare la condizione di impotenza appresa.

I contesti e le situazioni dove il cane si sente alle strette senza poter reagire sono molte anche nelle nostre case e sono più frequenti di quanto possiamo pensare:

  • cani portati all’addestratore per sottometterli, affinchè riconoscano il vero e unico capobranco (vedi video in basso, nda);
  • costretti ad obbedire a qualsiasi comando dato, anche senza considerare il suo stato emotivo o il contesto ambientale: quante volte si vede il proprietario che pateticamente impone il “seduto” al cane in sala d’aspetto del veterinario o quando il cane è esposto a contesti stressanti e non riesce a star fermo?
  • cani buttati perennemente in giardino affinchè facciano la guardia…dell’amorevole famiglia, si intende. I più fortunati saranno liberi, mentre altri saranno legati a catene o rinchiusi in box angusti per tutta la vita;
  • comprati o adottat per soddisfare l’ultimo capriccio dei bambini e pertanto, proprio come un giocattolo, il/la bambino/a deve poter fare qualunque cosa voglia senza che il giocattolo/cane reagisca o si lamenti;
  • cani che usciranno (quasi) mai e sporcheranno su umilianti traversine e lettiere;
  • cani presi per improvvisarsi tutori da pet therapy, per poi essere buttati via quando si scopre che la pet therapy è qualcosa di estremamente serio e importante per essere improvvisata…

Le scariche elettriche che provocano dolore e mortificano i cani possono essere di vari tipi e la cosa peggiore è che possiamo essere noi proprietari ad infliggerle ai nostri amati cani. Pensiamoci.

Impotenza appresa nei cani: Pavlov, Seligman e noi

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