olfatto dei cani
olfatto dei cani

L’olfatto dei cani è costituito da un profondissimo apparato sofisticato e complesso: tartufo, naso, nervi, cellule, tessuti, ossa e cervello.

Il tartufo, la punta terminale del naso, è caratterizzato dal rhinarium, la pelle membranosa intorno alle narici, ricca di cellule sensibili a temperatura e pressione. Il naso umido non solo è sensibile al passaggio del vento, ma ha la peculiarità di raffreddarsi all’istante dal lato in cui spira la brezza, indicando così la direzione giusta. A garantire la necessaria umidità è il Philtrum, corrispondente al nostro prolabio. Esso svolge un’azione capillare in grado di portare umidità dalla bocca al Rhinarium, così facendo mantiene un tartufo umido ed efficiente nella localizzazione degli odori.

I cani fiutano anche le radiazioni termiche

Un recente studio ha attribuito al fiuto dei cani una capacità non nota prima: è sensibile alle deboli radiazioni termiche (tali capacità erano note negli insetti, nei rettili e nei pipistrelli, nda), che i cani usano per orientarsi su un target o in una direzione. Pare sia proprio il Rhinarium la struttura sensoriale capace di questo.

Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione non solo con rilevazioni dovute alla risonanza magnetica, ma anche considerando che i fotoni termici sono troppo deboli per attivare i fotopigmenti negli occhi, anzi, l’acqua nei corpi acquosi e vitrei dell’occhio assorbe efficacemente le radiazioni termiche. In aggiunta le parti della testa sono ricoperte da pelliccia, ad eccezione proprio del Rhinarium.

Il tartufo del cane è rivestito di epitelio olfattivo molto sensibile e di ghiandole Eccrine. Il Philtrum permette di mantenere il grado giusto di umidità. L’aria piena di odoranti entra nelle narici e fuoriesce dalle pieghe alari laterali.

come funziona il complesso olfatto dei cani

l’aria piena di molecole odorose entra dalle narici e passa attraverso due strutture ossee che formano dei labirinti, detti turbinati. I turbinati più anteriori hanno la funzione di intrappolare l’aria e riscaldarla, l’altra serie di turbinati ha la funzione di separare le varie molecole odorose in base al peso e al grado di solubilità.

Le molecole odorose scomposte raggiungono la mucosa olfattiva e vengono trasmesse ai recettori neurali per mezzo delle cilia, in questa fase si ha la trasformazione della natura dell’odore, che da stimolo chimico diventa stimolo elettrico (trasduzione); lo stimolo elettrico attraverso il bulbo olfattivo, che è situato sotto il lobo frontale e rappresenta il 2% dell’intero cervello del cane, raggiunge la corteccia cerebrale, che lo identifica e lo memorizza.

olfatto dei cani
Immagine dei turbinati. Quelli anteriori, di color rosa, hanno la funzione di riscaldare l’aria che entrando dà origine a micro correnti che spingono le molecole odorose nella parte più interna così da entrare negli etmoturbinati che separeranno le molecole per grandezza e solubilità.
olfatto dei cani
raffigurazione delle correnti di aria e molecole odorose che entrano nelle narici. In rosso le molecole odorose raggiungono la mucosa olfattiva che le intrappola e le invia al bulbo olfattivo. Qui per effetto della trasduzione, l’odore diventa uno stimolo elettrico, che raggiunge il cervello e sarà archiviato.

Fiuto, ferormoni e organo di Jacobson

Quello sopra descritto è il sistema olfattivo principale, ma i cani possiedono un sistema olfattivo accessorio costituito da un organo detto Vomeronasale o Organo di Jacobson. Scoperto per la prima volta nei rettili, nelle persone questo organo è ormai atrofizzato. Tale organo è situato in una cavità sopra il palato, contiene delle sacche piene di fluido rivestite da epitelio ricco di finissimi recettori, i quali catturano le molecole odorose. L’organo di Jacobson è deputato a rilevare gli elementi chimici che ogni specie utilizza a scopo comunicativo: i ferormoni. I ferormoni veicolano un messaggio specie-specifico su umore, stato emotivo, preparazione all’accoppiamento, e sono in grado di innescare una risposta emotiva per chi li fiuta, in quanto le sensazioni odorose passano direttamente nelle aree del cervello che coinvolgono sia le emozioni (sistema limbico) che il comportamento, ed anche nelle aree che coinvolgono la memoria e le attività cognitive.

La funzione del Flehmen

Per “leggere” e decodificare i ferormoni i cani arricciano il labbro e muovono il muso, tale espressione è detta Flehmen, di solito si manifesta dopo aver fiutato e leccato una pipì, soprattutto di una femmina in calore. Il Flehmen consente di veicolare direttamente i ferormoni all’organo di Jacobson, da cui raggiungono il bulbo olfattivo e il sistema limbico dove poi vengono elaborati. La straordinarietà che rende l’organo di Jacobson un sistema olfattivo a sè stante è il fatto che tale organo può usufruire di un proprio bulbo olfattivo, così le informazioni olfattive possono essere processate senza che sovraccarichino il bulbo olfattivo principale.

esempi delle capacità del fiuto dei cani

  • Sono in grado di discernere dodici odori contemporaneamente;
  • hanno un’elevata memoria olfattiva;
  • riescono a fiutare una sostanza anche se diluita 10.000.000 di volte!!!
  • I laboratori Mechem, Sud Africa, hanno dimostrato che il naso del cane è in grado di fiutare molecole ad una concentrazione di 10 alla meno 18;
  • la loro membrana olfattiva è lunga 7 metri, la nostra, per dire, è lunga 50 centimetri…;
  • Noi possediamo 5.000.000 di recettori olfattivi loro ne possiedono ordini di grandezza di circa 45 volte più di noi (300.000.000 i Bloodhound; 225.000.000 i labrador; 147.000.000 i terrier)

L’olfatto dei cani nella comunicazione

La comunciazione canina è molto più solenne, profonda e genuina rispetto alla nostra. Essa è strutturata in posture, mimiche, segnali e odori. Pertanto anche il ruolo dell’olfatto nella comunicazione è fondamentale. La comunicazione olfattiva consente ai cani (ai predatori in genere, nda) di comunicare a distanza, senza essere necessariamente presenti, in questo modo si prevengono scontri che potrebbero costare caro. La marcatura olfattiva veicola diverse informazioni: delinea un territorio o un’area, informa su sesso, età, stato di salute, stato emotivo (appunto i ferormoni), disposizione all’accoppiamento di chi l’ha lasciata (se la marcatura è fatta in assenza di un altro cane, prende il nome di segno; se invece è ostentata durante una comunicazione in presenza, si chiama segnale, nda). Le marcature olfattive sono diverse, le più rinomate sono senza dubbio quelle per mezzo di urina o feci.

La marcatura per mezzo di urina è detta “indiretta”, cioè il messaggio veicolato può essere letto:

  • solo una volta depositato su una superficie;
  • anche a distanza di un certo tempo dalla sua deposizione;

l’importanza delle marcature olfattive

Quando depositata, la marcatura è soggetta a fattori che aumentano o diminuiscono la sua efficacia. I composti odorosi (VOCs) che costituiscono il messaggio evaporano a velocità differenti anche a seconda di fattori ambientali come la porosità del substrato, la temperatura, l’umidità, ecc.

I ferormoni, ad esempio, sono composti da un peso molecolare molto piccolo, questo li rende particolarmente volatili, cioè hanno un’efficacia temporale più ridotta e una ridotta capacità di innescare una risposta olfattiva da parte di chi “legge”. Pertanto la marcatura deve tener conto di un certo equilibrio tra composti odorosi, ad esempio composti più pesanti (più adatti ad innescare una risposta olfattiva) come l’estradiolo, il progesterone e il testosterone, che svolgono la funzione di ferormoni pur essendo ormoni. Infatti anche se gli ormoni sono espulsi come complessi più grandi, gli enzimi dell’urina possono scomporli in composti più elementari e il ricco e sensibile strato capillare dell’epitelio nasale, costituito da ghiandole eccrine, può assorbire ormoni direttamente nel flusso sanguigno.

Altri esempi di marcatura olfattiva sono dati da: saliva, ghiandole della pelle(fonti odorose dirette), secrezioni vaginali o prepuziali, sacche anali, ecc.

Ma non finisce qui sull’olfatto dei cani

Altra curiosità sul fiuto dei cani. In questo studio del 2016, l’etologo Angelo Quaranta e colleghi, hanno pubblicato una scoperta fantastica, del tutto ignorata fino a quel momento: i cani utilizzano le narici in modo diverso, a seconda se stanno annusando uno stimolo proveniente da cospecifici (altri cani) o da persone. Pertanto per indagare un odore di ansia e stress proveniente da cani utilizzeranno la narice destra, se però lo stesso stimolo proviene da una persona, utilizzeranno la narice sinistra.

Vi lasciamo col mistero… E’ stata studiata una capacità del cane tanto fantastica quanto misteriosa: sono in grado di cogliere anche i minimi mutamenti dell’aria all’interno di casa. Vi è mai capitato di dover aprire la finestra di una stanza per far “cambiare aria” ? Questo perchè l’aria del mattino è più “fresca” ma nell’arco della giornata diventa più “pesante”. Se ci pensiamo è un piccolo mutamento di un ambiente interno al quale siamo sensibili. Bene, i cani sono in grado di monitorare e interpretare ogni piccolo (infinitesimamente piccolo, nda) mutamento come ad esempio l’aria del mattino riscaldata che risalita lungo le pareti sul soffitto si diffonde nella stanza e disperdendosi lungo le pareti.

Questo “moto”, totalmente impercettibile per noi, crea delle microscopiche correnti d’aria che il cane intercetta (ancora non è chiaro come, pare attraverso una sinergia vibrisse-naso, nda) e le interpreta, pertanto potrebbe associare che in quel momento esatto che “avverte”, “odora” quei flussi d’aria noi rientriamo a casa, e quindi al nostro ingresso ci troviamo una bocca ansimante e una coda scodinzolante.

Il cane in tutti i (suoi) sensi: – L’OLFATTO –

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