Della coscienza di sè ce ne siamo già occupati con l’articolo del test dello specchio di Gallup e l’articolo del test della “neve gialla” di Bekoff e lo “specchio olfattivo” di Cazzolla Gatti (vedi intervista al prof. Cazzolla Gatti). Test che hanno studiato l’auto-rappresentazione dei cani, attraverso percezioni sensoriali di vista e olfatto: i cani si riconoscono guardandosi ad uno specchio o annusando il proprio odore, da qui si è dimostrato che hanno coscienza di sè stessi, palesando capacità meta-cognitive molto complesse. In questo articolo vi parliamo di un’altra, nuova prospettiva che si sta consolidando sempre di più: l’embodied cognition o filosofia del corpo. Prospettiva che rappresenta la colonna portante di due nuovissimi studi scientifici e che non solo conferma le straordinarie e profonde capacità cognitive dei cani, ma completa e approfondisce in maniera massiccia quanto conosciuto finora.

cos’è l’embodied cognition?

La filosofia del corpo o cognizione incorporata è una nuova prospettiva psicologica e filosofica secondo la quale mente e corpo non sono parti distinte e separate, ma anzi sono un tutt’uno. Secondo l’embodied cognition c’è una stretta correlazione bidirezionale tra mente e corpo in quanto il nostro corpo, con le varie posture, è in grado di attivare la nostra mente. Quindi una vera consapevolezza di sè stessi non è data “solo” dal cognitivo, ma anche da come mente, corpo, posture, intenzioni, percezioni, movimenti ed emozioni interagiscono con l’ambiente circostante.

Ebbene, i cani sono in grado di essere e percepire tutto questo. La loro consapevolezza di sè stessi non è data esclusivamente dal meta-cognitivo, il che già sarebbe straordinario… ma anche dalla profonda percezione del proprio corpo, dei propri movimenti, delle proprie intenzioni che si intersecano con l’ambiente circostante e di come lo modifichino.

ma veniamo agli studi

Nello studio Dogs (Canis familiaris) recognize their own body as a physical obstacle, i cani hanno riconosciuto il loro corpo come un ostacolo fisico. La consapevolezza del corpo è un precursore neuro-ontogenetico per l’auto-rappresentazione di ordine superiore.

Nell’esperimento i cani sono stati esposti a 3 contesti: dovevano raccogliere e portare una palla al proprio proprietario, palla che nella condizione di test era attaccata su un tappetino sul quale c’era il cane; nella condizone di controllo era attaccata direttamente al pavimento. Inoltre è stata creata un’altra situazione chiamata “disagio del piede”, nella quale il tappeto sottostante al cane era tirato da uno sperimentatore per mezzo di una corda. Questa terza situazione aveva un’importanza cruciale nell’escludere che i cani scendessero dal tappeto perchè spaventati o preoccupati dal movimento del tappeto stesso.

embodied cognition nei cani
Immagine rappresentativa dello studio scientifico

I risultati dell’esperimento sono inequivocabili: i cani sono scesi prima e maggiormente nella fase di test, ovvero quando il loro corpo era l’unico ostacolo alla risoluzione del compito, rispetto alle altre due fasi, dimostrando che attraverso i canali sensoriali (tatto-meccanocettori e vista), nel prendere la palla, i cani hanno percepito il proprio corpo come un ostacolo e pertanto sono scesi dal tappetino. La consapevolezza del proprio corpo, dei propri movimenti, delle proprie intenzioni e di come tutto questo interagisce con l’ambiente circostante è uno degli aspetti fondanti della rappresentazione del sè. Bambini di 18-24 mesi non hanno superato il test, dopo vari tentativi rinunciavano a dare la copertina sulla quale c’erano loro alla propria madre, dimostrando di non percepire il proprio corpo come ostacolo.

In quest’altro studio si è indagato sulla consapevolezza delle dimesioni del proprio corpo e di come queste valutazioni influenzassero i comportamenti dei cani. In questo studio i cani vanivano fatti entrare in una sala grande, divisa da un’altra più piccola con un pannello di compensato. Nella sala più piccola il proprietario chiamava il cane, che per raggiungerlo doveva passare, in momenti diversi, attraverso delle aperture del pannello. Le aperture erano o troppo piccole, o molto grandi o delle dimensioni giuste, inoltre in un test cambiava anche la forma dell’ apertura (apertura rettangolare delle dimensioni giuste, ma disposta sul pannello in orizzontale e verticale. In questo caso i cani, sia a zampe corte che a zampe lunghe, hanno preferito l’apertura “verticale” rispetto alla “orizzontale”, nda).

Ebbene in tutte le prove dell’esperimento, i cani hanno scelto sempre e per prima l’apertura giusta per la loro taglia. Tale scelta è stata fatta sulla base di una valutazione del cane e non per tentativi.

embodied cognition nei cani
Immagine rappresentativa dello studio scientifico

Anche questo esperimento ha mostrato che i cani prendono le loro decisioni nell’ambiente circostante in base alla propria immagine, alla propria consapevolezza, avendo ben chiara una propria rappresentazione del sè.

Chiudiamo con un pensiero: sempre più osservazioni, studi scientifici, esperimenti confermano le straordinarie capacità cognitive, emotive, percettive dei cani. Vedere ancora individui che lavorano con coercizione, che blaterano di dominanza, sottomissione, capobranco o che considerano il cane una macchina che funziona solo per istinto è davvero imbarazzante e mortificante, la sfortuna è che loro non proveranno mai imbarazzo e continueranno a fare danni.

Embodied cognition nei cani e la coscienza di sè

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